Il volume, edito dalla Casa Editrice Giuffrè, rappresenta il tentativo di fornire, senza pretese di esaustività, un quadro conoscitivo sommario su una delle nuove forme di criminalità che, alle porte del terzo millennio, appare quanto mai emergente: la criminalità tecnologica.
Tale forma criminale, che sembra progredire e svilupparsi di pari passo con il progresso tecnologico della società postindustriale e con la sua informatizzazione, costituisce per molti aspetti un'area tematica ancora oscura e a prevalente appannaggio dei tecnocrati risultando, viceversa, poco permeata dagli studi criminologici e degli scienziati sociali in genere, soprattutto in ambito europeo.
Il motivo di tale situazione, documentata anche dalla modesta produzione di ricerche criminologiche italiane nel settore, è probabilmente riconducibile, oltre che alla relativamente giovane fenomenologia, anche dalla notevole presenza, in questo ambito di studi, di variabili ad alto contenuto tecnologico che, per certi versi, sembrano scoraggiare gli studiosi di criminologia provenienti da percorsi accademici di tipo "tradizionale".
Questo libro è indirizzato, proprio in quest'ottica, a coloro, ricercatori o semplici "curiosi", che intendono avvicinarsi allo studio del computer crime o ad approfondirlo in chiave criminologica con un approccio conoscitivo equilibrato, nel cui ambito, la dimensione tecnologica, costituisce un fattore importantissimo e complesso ma non irraggiungibile.
Il testo si articola in tre parti fondamentali. La prima, introduttiva, rappresenta un primo sguardo sul fenomeno e sulla sua evoluzione diacronica.
La seconda, più tipologica, intende fornire alcune informazioni sulle forme di tale crimine che più frequentemente si manifestano.
La terza parte, metodologica, costituisce una base di partenza per la progettazione di ricerche in tale ambito e cerca di fornire, in modo semplice e schematico, alcuni possibili percorsi di indagine, da quelli prevalentemente statistici-quantitativi a quelli qualitativi.